Mangiare salumi scaduti: cosa può accadere al nostro organismo?

In Italia si consumano tendenzialmente molti più salumi rispetto ad altre nazioni del vecchio continente, probabilmente per una questione di cultura regionale e locale, oltre che nazionale, la realtà italiana è infatti estremamente ricca di prodotti che affondano le proprie radici ed origini in preparazioni che oramai si scontrano anche con l’aspetto salutare mache continuano ad essere sia molto importanti per il territorio ma anche per una questione di “lavoro”. I salumi sono però da tempo regolamentati da varie forme di regole e scadenze, e proprio il concetto legato ai salumi scaduti ed alla loro possibile forma di effetti sull’organismo è stata anche di recente sottoposta ad una analisi politica vera e propria in Europa.

I salumi infatti hanno una scadenza anche se naturalmente possiamo acquistarli “freschi” ossia al taglio presso il salumiere oltre che al banco, la scadenza ossia il limite di consumabilità è sempre necessaria.

Quasi sempre questa è posta in bella vista sull’etichetta che definisce il prodotto. Ma cosa succede se si sceglie di consumare un salume scaduto?

Mangiare salumi scaduti: cosa può accadere al nostro organismo?

Mangiare salumi scaduti

Cos’è un salume? Con questa parola si tende a configurare un po’ tutti gli insaccati ma i “veri” salumi sono idealmente quelli che sono concepiti non da un unico pezzo di carne ma da prodotti sottoposti per l’appunto a varie condizioni di produzione, come la separazione, ma anche la tritatura e non solo, quindi è salume al 100 % ad esempio il salame e la mortadella ma sono raggruppati anche gli insaccati composti da un singolo pezzo di carne, come il prosciutto o lo speck.

Il problema dei salumi tutti, insaccati o meno, è ovviamente legata alla loro consumabilità in quanto essendo comunque carne lavorata, tende a sviluppare una carica di micro organismi che può essere anche potenzialmente molto dannosa. Generalmente è consigliabile attenersi alla scadenza riportata anche se sviluppiamo una forma di conservazione coerente a quanto descritto.

Alimenti come il prosciutto affettato non vanno consumati oltre i 2 giorni la scadenza, il salame spesso può “durare” un po’ di più, poco meno per lo speck o mortadella. Ed è importante valutare l’aspetto oltre all’odore, se risulta vischioso nelle fette o dall’odore strano, meglio gettare tutto.

Infatti i salumi sono un possibile agente di infezione batterica, anche in grado di portarci all’ospedale: tra le forme di vita che proliferano potenzialmente sui saliumi, come l’Escherichia Coli, che può portare ad indigestioni ed infezioni dello stomaco, ma anche la Listeria, dalla listeriosi che può scaturire in problemi anche gravi come la meningite.

E’ meglio quindi non sfidare la sorte e gettare il salume se si presenta “strano”.

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